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Paolo Assandri
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  • Esercizi

Attraverso la tempesta: il tuo “piano di emergenza emotivo” per i momenti difficili

Avete presente le indicazioni di sicurezza che ci vengono fornite dagli assistenti di volo prima del decollo?  In modo semplice e intuitivo, ci vengono date informazioni su come comportarci in caso di emergenza, spiegandoci cosa fare (e cosa non fare) qualora si presentasse una situazione di pericolo. Queste indicazioni non ci assicurano che la nostra incolumità venga preservata, ma ci dicono come è meglio comportarci per proteggerla.

Così come su un aereo, anche nella vita quotidiana potremmo trovarci in una situazione di emergenza. Proprio per questo motivo, possiamo avere bisogno di un “piano di emergenza emotivo” per affrontare i momenti difficili e impegnativi che la vita potrebbe proporci. 

Ma perché avremmo bisogno di un “piano di emergenza emotivo”? 

Come ben sanno le persone che hanno elaborato le indicazioni che ci vengono proposte dagli assistenti di volo, nei momenti di grande stress, le persone tendono a perdere lucidità, a comportarsi in modo irrazionale e a compiere azioni palesemente contro-producenti, rendendo più difficile e pericoloso il loro tentativo di rimanere incolumi. Un piano di emergenza ben ideato, allora, potrebbe aiutare i passeggeri a mettere in atto azioni protettive, azioni che potrebbero essere anche contro-intuitive, ma che garantiscono una maggiore probabilità di successo. 

Così, vista la nostra naturale tendenza a comportarci in situazioni stressanti in modi automatici e palesemente improduttivi, anche nella vita quotidiana abbiamo bisogno di un “piano di emergenza emotivo” che ci indichi le azioni e le strategie più utili per attraversare incolumi le tempeste che la vita ci propone.

Se volete creare il vostro personale “piano di emergenza emotivo”, allora, seguite le mie istruzioni.

Prima di tutto, come tutti i piani di emergenza che si rispettano, il vostro piano di emergenza emotivo dovrà essere scritto su un foglio (anche elettronico) e dovrà essere messo in un luogo a cui voi potete accedere con facilità. Vi consiglio di tenerlo in un luogo discreto e al quale potete accedere solo voi: l’importante è che sappiate dove recuperarlo.

Ora rispondete, con estrema onesta, alle domande che vi propongo.

1. A chi posso rivolgermi durante un momento difficile?
Pensate a quali persone potete parlare apertamente e in modo riservato: amici, parenti, colleghi, professionisti, etc. e mettete giù una lista di persone che possono aiutarvi.

2. Chi devo evitare durante un momento difficile?
Pensate a quali persone aumentano il vostro livello di stress e che vi converrebbe evitare durante i momenti stressanti. Potrebbero essere anche persone che vi sono vicine, ma che, invece di aiutarvi, aumentano le vostre preoccupazioni.

3. Quali attività devo fare per sentirmi bene fisicamente?
Ci possono essere diverse attività che facciamo solitamente, ma che dimentichiamo durante i periodi difficili: un massaggio, una passeggiata, un’attività sportiva che ci fa stare bene, un bagno caldo, fare giardinaggio, spazzolare il cane, etc. 

4. Quali compiti devo lasciare da parte, quali impegni posso mettere in stand-by per darmi modo di non esaurirmi psico-fisicamente?
Tutte le attività che compiamo richiedono energia psico-fisica; quando stiamo bene, quando tutto nella nostra vita si svolge regolarmente non ci accorgiamo di quanto siano impegnative. Quando gran parte di essa è impegnata nell’affrontare emotivamente, fisicamente e cognitivamente una situazione, dobbiamo essere in grado di definire ciò a cui possiamo rinunciare, per non esaurirci psico-fisicamente.

5. Quali attività/comportamenti negativi e non propriamente sani devo cercare di evitare?
Durante i periodi stressanti possiamo mettere in atto comportamenti che possono darci sollievo momentaneo, ma che, a lungo andare, possono avere effetti collaterali dannosi. Ad esempio. potremmo mangiare troppo (o troppo poco), guardare Netflix tutto il giorno, scrollare continuamente Instagram o Facebook, evitare amici o luoghi di aggregazione, lamentarci più del necessario, etc…

6. Quale pratica spirituale devo mantenere o intraprendere per aumentare il mio senso di benessere e la mia capacità di gestione dello stress?
Ognuno di noi può avere una pratica spirituale più o meno formalizzata che può essere di supporto per mantenere un atteggiamento di presenza e di accettazione. Mi riferisco a preghiera, meditazione, passeggiata solitaria, contemplazione della natura, etc... 

7. Come posso esprimere i miei sentimenti?
Quando esprimiamo i nostri sentimenti, abbassiamo il nostro livello di ansia, aumentiamo la nostra resilienza e gettiamo le basi per creare relazioni più soddisfacenti e intime. Alcuni potrebbero trovare più facile parlare dei propri sentimenti, altri invece potrebbero impegnarsi in attività pratiche che mobilitano l’energia fisica associata ai sentimenti (giardinaggio, jogging, danza…), altri invece possono decidere di esprimere i propri sentimenti attraverso l’arte (scrivere, disegnare, scolpire, fotografia, etc….).

8. C’è una canzone, un libro, un film, un oggetto che posso tenere a portata di mano e che possa ricordarmi di avere la forza per superare questo momento?
Ci sono libri, film e canzoni che possono aiutarci ad attraversare le difficoltà con coraggio o che possono ricordarci che siamo in grado di farlo. Chi non associa un film ad un momento particolare della propria vita e guardandolo ritrova un po’ di fiducia? Chi non ha un libro che conforta e dà coraggio? Durante i momenti difficili, ricordiamoci di riguardare quel film, riascoltare quella canzone o di prendere contatto con quell’oggetto che ci ricorda che possiamo farcela.

9. Conoscendo le mie risposte automatiche alle situazioni di stress, quale consiglio mi darei?
Se fossi il mi* migliore amic*, la persona che meglio mi conosce e più mi vuole bene, che cosa mi consiglierei di fare? 

Ricordiamoci una cosa importante: ogni piano di emergenza deve essere aggiornato periodicamente, almeno una volta all’anno. 

Tutti noi cambiamo e, di conseguenza, possono cambiare le attività, le persone o le cose che ci fanno stare bene. E’ importante, quindi, che aggiorniate il nostro piano di emergenza psico-fisico regolarmente, prendendo in considerazione i nostri cambiamenti e le diverse fasi della vita in cui ci troviamo.

Mentre compilerete il vostro “piano di emergenza emotivo” (e quando lo aggiornerete), noterete che mentalmente farete delle “prove di emergenza”. Queste vi aiuteranno a mantenere un atteggiamento di apertura e di pro-attività nei confronti delle avversità e dei momenti difficili, rendendoli un po’ meno spaventosi.

“E’ la tua reazione alle avversità, e non le avversità in sè, che determina come la storia della tua vita si svolgerà."

Dieter F. Uchtdorf

Autore: Paolo Assandri è un Counselling Psychologist (registrato presso HCPC e British Psychological Association), uno Psychotherapist (UKCP) e uno Psicologo-Psicoterapeuta (Ordine degli Psicologi del Piemonte). Vive e lavora a Londra dove offre counselling e psicoterapia.

Nota degli Autori:
Questo articolo/esercizio non si intende come sostituto di alcuna terapia medica e/o psicologica. Il suo obiettivo è quello di informare i lettori e di migliorare il senso di benessere individuale. Qualora sentiste bisogno di supporto medico e/o psicologico, rivolgetevi ad un professionista sanitario (medico, psicologo o psicoterapeuta). Gli autori, i produttori e i consulenti impegnati alla realizzazione di questo articolo non sono responsabili delle scelte  e delle azioni dei lettori avvenute dopo la lettura dell'articolo o dopo l'esecuzione dell'esercizio.

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