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Paolo Assandri
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Come meditare: piccole (e brevi) istruzioni per l’uso

Per quanto Mariah Carey mi sia simpatica come la Regina di Cuori di Alice nel Paese delle Meraviglie, i suoi vocalizzi sovraumani sulle note di All I want for Chrismas is you mi ricordano implacabilmente che Natale e la fine dell’anno si stanno avvicinando. Ed improvvisamente tutto accelera e mi ritrovo a rincorrere le mie giornate.

E’ questo il periodo dell’anno in cui sento più che mai necessari dei momenti per me. Dei momenti in cui posso ricentrarmi, rigenerarmi o in cui posso semplicemente apprezzare una lentezza che sembra non aver posto nei giorni pre-natalizi. Sono questi i giorni in cui mi rendo conto di quanto la meditazione sia importante per rimanere in contatto con me stesso.

Proprio per questo motivo, vorrei condividere con voi qualche consiglio per aiutarvi ad iniziare una pratica meditativa, una pratica che vi aiuti ad affrontare un periodo che, per molti di noi, può nascondere molte sfide, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista emotivo. A Natale, infatti, più che in altri periodi dell’anno, potremmo sentirci fragili, inadeguati, soli. Potremmo sentirci schiacciati dalle aspettative. Potremmo dover aver a che fare con la tristezza e il dolore per alcune perdite importanti.

Per aiutarvi a costruire la vostra pratica meditativa, eccovi allora una serie di consigli e di indicazioni adatte ai principianti, ma anche a coloro che meditano da un po’ e che hanno bisogno di fare un po’ di “ripasso” per aumentare la loro motivazione. Naturalmente questi consigli vengono dalla mia pratica personale e sono decisamente influenzati dal mio modo di comprendere e praticare la meditazione. In particolare, sono influenzati da uno specifico tipo di meditazione: la meditazione di consapevolezza, di mindfulness. Vi invito, quindi, a leggerli e a metterli in pratica con un senso di apertura e di scoperta, con la curiosità di andare a esplorare anche altri punti di vista.

Prima però di addentrarmi nelle indicazioni pratiche, mi piacerebbe presentarvi alcuni dei benefici di una pratica meditativa costante. Ecco, quindi, solo alcuni degli effetti positivi della meditazione, benefici che sono stati confermati da numerosissimi studi scientifici:

  • La meditazione migliora la nostra tolleranza psico-fisica allo stress
  • La meditazione migliora la qualità del sonno
  • La meditazione ha un effetto positivo sulla pressione sanguigna
  • La meditazione migliora la tolleranza al dolore
  • La meditazione migliora la concentrazione 

Ma, nella pratica, in cosa consiste la meditazione?

Scordatevi le immagini dei monaci buddisti o degli eremiti con le gambe incrociate che meditano incessantemente per giorni interi. La pratica meditativa di mindfulness NON richiede necessariamente questo tipo di postura e non richiede questo tipo di impegno, anche se richiede impegno e costanza.

La pratica della meditazione di consapevolezza è, in apparenza, molto semplice. In una pratica meditativa, infatti, l’unica cosa che siamo invitati a fare è quella di prestare attenzione al respiro, senza forzarlo e senza giudicarlo. E quando qualcosa succede all’esterno di noi o dentro di noi, il nostro compito è semplicemente quello di riportare l’attenzione all’inspirazione e all’espirazione. In questo modo, alleniamo la nostra capacità di osservare senza giudizio. Ci diamo così la possibilità di “essere”, senza dover necessariamente “fare”.

L’obiettivo della meditazione NON è quello di eliminare i pensieri. Questo obiettivo è irrealistico per noi esseri umani che produciamo continuamente pensieri in maniera automatica. L’obiettivo è invece quello di allenarsi a non farsi sequestrare dai pensieri, ma di lasciarli andare come se fossero nuvole trasportate dal vento. In questo modo, riusciamo a migliorare la nostra capacità di tollerare lo stress e l’ansia che i pensieri producono. L’obiettivo non è, quindi, quello di non avere pensieri, ma è di spostare l’attenzione sul respiro ogni volta che ci rendiamo conto che i nostri pensieri stanno portando la nostra mente a zonzo. Se, infatti, impariamo a non farci affascinare dai pensieri (e ricordiamoci che anche le preoccupazioni sono pensieri), allora possiamo migliorare la capacità di tollerare lo stress e l'ansia e, conseguentemente, di agire in modo meno impulsivo.

La meditazione di consapevolezza si può praticare ovunque e in qualsiasi posizione. E’ preferibile, però, meditare in una posizione seduta e “dignitosa”, che ci consenta di rimanere vigili. L’obiettivo della meditazione non è, infatti, quello di addormentarci o di rilassarci, anche se il rilassamento potrebbe essere un possibile effetto. Ricordiamo che l’obiettivo della meditazione è quello di diminuire la reattività del nostro sistema nervoso agli stimoli, in particolare ai pensieri, e di migliorare la nostra capacità di osservazione non giudicante.

Ricapitolando, ecco alcune indicazioni pratiche:

1) Sedetevi
Trovate un posto dove sedervi che vi sembri calmo e tranquillo. Se volete chiudete gli occhi, vi aiuterà a concentrarvi più facilmente.

2) Stabilite un limite di tempo
All’inizio può essere utile scegliere un breve periodo di tempo, ad esempio cinque minuti. Meglio meditare quotidianamente per cinque minuti al giorno, piuttosto che meditare una sola volta alla settimana per un’ora.

3) Osservate il vostro corpo
Sedetevi su una sedia, una poltrona o a gambe incrociate, con la colonna vertebrale dritta ma che non vi irrigidisca troppo. Se avete bisogno, aggiustate la posizione. Se meditate sdraiati, cercate di non addormentarvi, ma di rimanere vigili.

4) Prestate attenzione al vostro respiro
Prestate attenzione alle sensazioni che il respiro sollecita, mentre entra e mentre esce dalle vostre narici o dalla vostra bocca. 

5) Notate quando la vostra mente inizia a viaggiare.
Inevitabilmente, la vostra attenzione lascerà il respiro e vagherà verso altri luoghi, traportata dai pensieri. Quando noterete che la vostra mente è in viaggio, riportate semplicemente la vostra attenzione al respiro.

6) Siate gentili con voi stessi
Non giudicatevi per il contenuto dei pensieri che porteranno la vostra mente in giro. Semplicemente tornate al vostro respiro con l’attenzione.

7) Chiudete la vostra pratica con gentilezza
Quando sarete pronti, aprite gli occhi con gentilezza. Con delicatezza, riprendete contatto con l’ambiente che vi circonda. Notate come si sente il vostro corpo in questo momento. Notate i vostri  pensieri e le vostre emozioni.

In breve, questa è la pratica: focalizzate la vostra attenzione sul respiro, la vostra mente andrà in giro, riportate la vostra attenzione al respiro nel modo più gentile e determinato possibile, e continuate a ripetere questo processo per tutte le volte che ne avrete bisogno. 

Se volete provare una sessione di meditazione guidata, potete provare questa breve meditazione di Mindfulness che ho registrato con la mia voce. All’inizio della pratica potrebbe essere più facile imparare le basi della meditazione con la voce di qualcuno che vi guida.

Spero di avervi incuriosito abbastanza e mi auguro che possiate trovare in questa pratica la possibiltà di ricentrarvi, di rigenerarvi e di fare amicizia con voi stessi.

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Se voleste avvicinarvi alla meditazione e scoprire nuovi strumenti per gestire l'ansia, iscrivetevi al corso online "Abbracciare l'Incertezza" che inizierà il 12 Gennaio 2022. Per informazioni, dubbi e riflessioni, scrivetemi: paolo@iamnotfreud.co.uk

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“Non avete bisogno di incenso o preghiere o invocazioni del nome di Buddha, o di confessioni o scritture sacre. Sedetevi e meditate.” 

Dogen Zenji

Autore: Paolo Assandri è un Counselling Psychologist (registrato presso HCPC e British Psychological Association), uno Psychotherapist (UKCP) e uno Psicologo-Psicoterapeuta (Ordine degli Psicologi del Piemonte). Vive e lavora a Londra dove offre counselling e psicoterapia.

Nota degli Autori:
Questo articolo non si intende come sostituto di alcuna terapia medica e/o psicologica. Il suo obiettivo è quello di informare i lettori e di migliorare il senso di benessere individuale. Qualora sentiste bisogno di supporto medico e/o psicologico, rivolgetevi ad un professionista sanitario (medico, psicologo o psicoterapeuta). Gli autori, i produttori e i consulenti impegnati alla realizzazione di questo articolo non sono responsabili delle scelte  e delle azioni dei lettori avvenute dopo la lettura dell'articolo.

Nessuno è la versione definitiva di se stesso