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Paolo Assandri
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Non puoi cambiare senza cambiare

Ricordo bene un giorno di tarda primavera di più di venti anni fa. Durante una lunghissima lezione universitaria, il mio professore di psicologia dell’età evolutiva diresse i suoi occhi piccoli e inquisitori nei confronti di noi studenti, e proclamò una frase perentoria: “Non potete cambiare senza cambiare”.

In effetti la parola cambiamento può sollecitare sentimenti ambivalenti. Da una parte può attivare il nostro potenziale creativo, il nostro desiderio e la nostra curiosità. Dall’altra può dare l’avvio ad una serie di paure e di timori, perché, come tutti ben sappiamo, il cambiamento porta con sé l’incertezza di ciò che è sconosciuto. 

Quando i cambiamenti ci vengono imposti, soprattutto se ci sottraggono qualcosa o modificano negativamente la nostra esistenza, sono vissuti come ospiti più o meno indesiderati o come pesi più o meno difficili da sopportare. Ma anche quando i cambiamenti sono voluti, possono essere spaventosi perché mettono a repentaglio la sicurezza illusoria che ci è data dalla routine.

I pazienti arrivano nel mio studio chiedendo un cambiamento. Più spesso di quanto si possa pensare, citando il mio professore universitario, vorrebbero cambiare, ma senza cambiare. Nella prima fase della terapia, molti vorrebbero stare meglio senza modificare nulla di sé: vorrebbero che il partner fosse diverso, che il capo si comportasse in modo più gentile, che la loro vita fosse semplicemente diversa da quello che è.

In questa fase della terapia, mi ricordo spesso di quella frase del mio professore universitario. Ed è proprio nella prima fase della terapia che è importante ridefinire o rinforzare alcune convinzioni che possono ostacolare o facilitare il cambiamento. Vediamone insieme alcune:

“Il cambiamento è un processo lineare”: FALSO

Nella mia esperienza di psicologo e di essere umano, posso dire che il cambiamento, più spesso di quanto ci si aspetti, NON è una linea retta che unisce due punti. Il processo di cambiamento è invece più simile al tentativo di sciogliere un gomitolo di lana che si avvolge e si riavvolge, che si incastra, che ha bisogno di pazienza e di tempo (spesso difficile da definire in anticipo). Chi pensa che il cambiamento sia un processo lineare, spesso non riesce a reggere la frustrazione derivante dal fatto che il cambiamento può avvenire in modo imprevedibile e con tempi diversi da quelli preventivati.

“Quando cambierò (sarò più magro, più forte, più indipendente, avrò il lavoro dei miei sogni, etc.) allora sarò più felice”: VERO e FALSO

Il cambiamento che desideriamo ottenere non necessariamente conduce a situazioni di maggiore benessere. Potremmo ottenere quello che avremmo sempre voluto (una relazione, un lavoro, una casa) e restare con un senso di insoddisfazione.  Con questo non voglio dire che sia inutile lottare per raggiungere i nostri obiettivi. Anzi, cambiare la nostra vita secondo i nostri progetti aumenta il senso di benessere e incrementa la sensazione di essere capaci e forti. Voglio solo sottolineare però che, più spesso di quanto pensiamo, i nostri propositi di cambiamento sono carichi di aspettative e i nostri desideri possono non rappresentare i nostri veri bisogni. I cambiamenti che ci fanno stare meglio sono quelli che sono in sintonia con i nostri valori.

“Cambiare noi stessi è possibile”: VERO e FALSO

E’ possibile cambiare alcuni aspetti di noi: possiamo guarire vecchie ferite, cambiare i nostri atteggiamenti nei confronti del mondo o degli altri, imparare a gestire l’ansia, lo stress e il nostro umore. Possiamo modificare molte delle cose che facciamo, possiamo cambiare le nostre convinzioni e le nostre idee. Ma ci sono alcune cose di noi che non possiamo modificare con facilità, alcune addirittura non possono essere modificate affatto. Ad esempio, non possiamo alterare il nostro orientamento sessuale, la nostra identità di genere, i nostri gusti e tutti quegli aspetti che più naturalmente e intuitivamente ci appartengono. Possiamo nasconderli agli altri, ma non possiamo cambiarli. Cercare di cambiare quello che possiamo cambiare e accogliere amorevolmente quello che non possiamo cambiare è una delle vie possibili per migliorare il nostro benessere psico-fisico.

“Le cose sono sempre uguali”: FALSO

Anche quando ci sembra che le cose non cambino mai, in realtà cambiano. Non scegliere, ad esempio, è di per sé una scelta che può dare l’avvio ad una serie di reazioni: potremmo perdere delle opportunità, potremmo consolidare un’immagine di noi che non ci rappresenta, potremmo perdere l’entusiasmo o potremmo coltivare un senso crescente di impotenza. Nel frattempo. le persone e le situazioni intorno a noi, potrebbero trovare nuovi equilibri. E questi nuovi equilibri potrebbero andare a nostro discapito.

“Se si vuole cambiare, bisogna riflettere e AGIRE”: VERO

Quando si vuole cambiare, le azioni sono importanti. Chi ha la tendenza ad essere impulsivo deve però ricordarsi che le azioni devono essere ragionate e maturate: le azioni hanno delle conseguenze e spesso le conseguenze sono irreversibili. Chi ha la tendenza a procrastinare deve ricordarsi, invece, che bisogna agire per apprezzare un cambiamento. Ai procrastinatori, il mio invito è quello di chiedersi: “Quale cambiamento, anche piccolo, sono disposto e sono in grado di fare ora?”. 

Cambiare è un’esperienza che facciamo tutti quotidianamente. E’ importante ricordarci che, così come non esiste solo il cambiamento difficile, non esiste solo il cambiamento che ci conduce verso la felicità. Il cambiamento fa parte della nostra vita: più riusciamo ad accettarlo come momento di crescita, più abbiamo la possibilità di apprezzare le sue mille sfaccettature e accogliere ciò che ancora non conosciamo di noi e del mondo.

Autore: Paolo Assandri è un Counselling Psychologist (registrato presso HCPC e British Psychological Association), uno Psychotherapist (UKCP) e uno Psicologo-Psicoterapeuta (Ordine degli Psicologi del Piemonte). Vive e lavora a Londra dove offre counselling e psicoterapia.

Nota degli Autori:
Questo articolo non si intende come sostituto di alcuna terapia medica e/o psicologica. Il suo obiettivo è quello di informare i lettori e di migliorare il senso di benessere individuale. Qualora sentiste bisogno di supporto medico e/o psicologico, rivolgetevi ad un professionista sanitario (medico, psicologo o psicoterapeuta). Gli autori, i produttori e i consulenti impegnati alla realizzazione di queso articolo non sono responsabili delle scelte  e delle azioni dei lettori avvenute dopo la lettura dell'articolo.

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